I/le Marketplace web (a seconda se si consideri rispettivamente il termine inglese o il suo significato in italiano di “piazze di mercato digitali”) sono soggette ad una macro-suddivisione.

Si suole infatti distinguere tra Marketplace web VERTICALI e Marketplace web ORIZZONTALI:


La crisi abbattutasi sulla "New Economy" a cavallo dell'anno 2000, non ha risparmiato nemmeno il settore B2B e all'interno di esso, ancor più nello specifico, le "marketplaces sia orizzontali che verticali" riducendone drasticamente il numero e al contempo creando il presupposto perché solo i grandi gruppi economici potessero avere vantaggi e le risorse necessarie alla gestione delle marketplaces medesime (il fenomeno degli "incubator", "angel", "web accelerator", gli unici soggetti che teoricamente avrebbero potuto finanziare "progetti privati" di interesse, finì o mutò, rispetto le proprie originarie funzioni, in concomitanza con la crisi poc'anzi accennata). Inoltre la parimenti nascita di molte marketplaces di tipo verticale (attualmente anche in Italia ciascun settore merceologico detiene una o più marketplaces di tipo settoriale a rappresentarlo) ha pressoché esautorato della propria funzionalità le marketplaces di tipo orizzontale o per lo meno ne ha ridotta l'incidenza strategica.
Come già detto la marketplace di tipo orizzontale per sua natura contiene al suo interno tutti i settori merceologici di riferimento: dall'agricoltura, all'edilizia, sino ai servizi.
Nello specifico e scendendo ancor più nel dettaglio, il fatto che per ciascuno di tali settori si siano sviluppate dei luoghi virtuali specificamente deputati alle transazioni economiche dei differenti soggetti economici appartenenti alla singola filiera produttiva (le marketplaces per il settore edilizia, le marketplaces per il settore vitivinicolo, le marketplaces per il settore acciaio ecc.), ha chiaramente tolto importanza all'orizzontalità delle marketplaces . In più il fatto che le marketplaces verticali hanno fornito sempre più ai loro aderenti tutta una serie di servizi già proposti dalle marketplaces orizzontali ha ulteriormente diminuito l'impatto e la strategicità delle marketplaces di tipo orizzontale.
Per scendere sul lato pratico se, dal 1998 al 2000 escluso, un'azienda elettromeccanica italiana che voleva far parte di una comunità ad essa dedicata con fornitori e clienti già selezionati, doveva causa forma maggiore iscriversi ad una piazza di mercato italiana di tipo orizzontale e far parte di una comunità eterogenea con la concomitante presenza di aziende del settore agro-alimentare, edile, ecc. , attualmente la stessa azienda può trovare tutta una serie di piazze di mercato ad essa dedicate, in grado di fornire supporto, assistenza, credito, figure professionali ad hoc, potenziali clienti, fornitori, soggetti economici appartenenti alla specifica filiera produttiva di appartenenza. Il tutto con indubbi vantaggi per la stessa azienda che ora trova il terreno fertile per favorire l'incrocio della domanda e offerta "virtuale" all'interno della propria filiera produttiva.
La concomitanza di tali due fattori (crisi generalizzata e specificatamente della "New Economy" con impossibilità di attingere alle risorse dei "web accelerator" e diminuita centralità delle marketplaces orizzontali a scapito di quelle verticali) ha portato, nel 2001, MM3 Communication a "svoltare" puntando su di un servizio specifico non ancora presente nel panorama delle marketplaces italiane sviluppando così il concetto di "service marketplace". MM3 Communication ha così creato una "Service-Marketplace" a cui tutte le aziende italiane (soprattutto piccole e medie) possono iscriversi gratuitamente. "Mimolb2b.com" è un dunque un vortal "business to business" che si pone a completo servizio delle Marketplaces italiane, estere e delle imprese italiane.


Tratto dal sito www.emarketservices.it :  

Settembre 2004

Gli e-marketplaces in Italia

a cura di Letizia Gallacci


Numero di e-marketplaces italiani

Gli e-marketplaces creati da imprenditori italiani e che hanno la loro sede legale in Italia sono 57. Nonostante la variazione rispetto al censimento effettuato nel febbraio 2004 sia minima (56 emarkets contro i 57 attuali), la situazione si presenta tutt'altro che statica. Mentre infatti 5 emarketplaces hanno cessato la loro attività, altri 6 nuovi gestori si sono proposti con successo sul mercato nei più svariati settori.                          

 Distribuzione geografica                                                             

La dislocazione geografica sul territorio italiano sottolinea una caratteristica ormai peculiare del panorama nazionale: la netta prevalenza del Nord, dove hanno sede 41 e-marketplaces. Decisamente inferiore la presenza di mercati al Centro (11) e al Sud e Isole (5). Fonte: ICE-eMarket Services

Distribuzione settoriale

Il 12% degli e-marketplaces analizzati è di tipo multisettoriale, mentre l'88% è di tipo verticale, ovvero si occupa degli scambi B2B in uno specifico settore. Tra questi ultimi il primato spetta ai mercati che gestiscono gli scambi nel settore tessile e pelletteria (21%).
Rilevante anche la presenza di e-marketplaces nel settore agricolo e agroalimentare (14%) e in quello edile (14%). Segue la categoria meccanica, beni strumentali e subfornitura (7%). Il restante 32% riguarda altri specifici settori.                                      


Fonte: ICE-eMarket Services


Quanto costa iscriversi a un e-marketplace


I costi di iscrizione sono differenziati in base all' e-marketplace considerato, ognuno infatti  offre molteplici servizi, generalmente  personalizzabili in base alle esigenze dell'utente.
 Il 7% offre il servizio in modo completamente gratuito, l'11% richiede una percentuale (generalmente bassa) sulle transazioni che avvengono grazie al contatto on-line, il 57% subordina la partecipazione ad una quota di iscrizione o abbonamento.
Infine il restante 25% combina le due formule associando alla quota di iscrizione una percentuale sulle transazioni effettuate grazie all'e-marketplace.
I prezzi per l'utilizzo annuale della piattaforma sono sensibilmente differenti poichè l'e-marketplace può includere nella quota una pluralità di servizi. In base ai dati disponibili essi
variano da un minimo di 100 euro all'anno ad un massimo di 5000.     

                                              Fonte: ICE-eMarket Services


Orientamento all'export

Dall'indagine risulta che il 38% degli e-marketplaces italiani rivolge il proprio interesse alle aziende nazionali, mentre il 62% ha un focus più marcatamente internazionale.
Tra di essi, la maggior parte degli e-marketplaces allarga i suoi orizzonti sia fuori dal territorio nazionale che europeo.

                        Focus sull'Italia       Focus globale                                                                     

                                                                                                      

                                  Fonte: ICE-eMarket Services


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